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Horlivka. Com’è andata, oppure quello che non abbiamo voluto vedere.

By Falcon Born | on 2015-02-27 | 0 Comment | Donbass | Le novità in prima linea | Notizie Print This Post Print This Post

#Horlivka#InformNaplam

 

Che nella nostra città, regione e paese succede qualcosa di brutto si è capito e si è visto chiaramente subito dopo l’arrivo al potere di Yanukovych e della sua Famiglia. Però non c’entra solo Yanukovych, ma ciò che pensa ogni abitante di Horlivka, della provincia di Artemivs’k e dell’intera Ucraina riguardo a quello che sta accadendo. In questi tempi duri ognuno di noi avrebbe dovuto valutare da solo la situazione e rispondere a due sole domande: ne vale la pena? Cos’è che non andava bene oltre all’illegalità passata? Per la felicità e i beni di chi noi stiamo morendo, perdendo i figli, i cari e amici, abbandonando le nostre case e la Patria?

Tornando al senso della domanda, bisogna ricordare gli eventi del febbraio del 2014. Interi treni dei “titushki” ben pagati e le folle dei obbedienti e poveri minatori e dipendenti statali, con i discorsi focosi del sindaco di Horlivka, il direttore generale di “Artemvuhillia” e il vertice del Partito delle Regioni locale E.V.Klep, sono stati mandati all’Antimaidan. Dietro le quinte i rappresentati del governo stavano preparando la “difesa” della patria dai banderiti e nazisti. Gli organizzatori sono sempre gli stessi, la criminalità e le autorità della regione con a capo dei concittadini filorussi e i servizi speciali russi. Non ha funzionato. Arriva il marzo.

A marzo le autorità locali durante le cene segrete prendono la decisione di mostrare la loro rigidità e l’intoccabilità della regione, di non accettare un nuovo governo a Kyiv e nella regione nello stile “nessuno ha mai messo Donbas in ginocchio e nessuno potrà mai farlo”. Inizia un tour intenso dei parlamentari del Partito delle regioni (Boiko, Levchenko, Korolevska e altri) nella regione per concordare il piano di azione, di resistenza e di guerra. Vengono organizzate le squadre dell’autodifesa, i primi posti di blocco, il palazzo del consiglio comunale è protetto da parte degli sconosciuti giovani ben preparati, ma conosciuti dal sindaco della città. Iniziano i meeting massicci, ben preparati al livello mediatico a Donetsk e nelle città della regione. I titushki oppure a questo punto già i criminali non nascosti (il capo criminale locale Armen, la sua gente e gli altri) si dichiarano ad alta voce in tutto il Donbas e tutta l’Ucraina, ci sono le prime vittime. A loro favore giocano anche l’ex governatore della regione di Donetsk Shyshatskyi A.V. e i sindaci delle città. Il nuovo governatore della regione, come se avesse letto in un scenario scritto precedentemente, improvvisamente per tutti comincia a fare i suoi primi insicuri passi in questa carica, i passi che non corrispondono alla sua carica. La polizia criminale e la procura non dicono e non fanno nulla. Il popolo è sorpreso da tutto ciò. Ci sono ancora i ricordi freschi della Crimea occupata pacificamente. I servizi speciali russi versano tra le masse, come l’olio sul fuoco, le voci della massiccia ripulita tra la popolazione in base alla caratteristica nazionale e etnica di tutta la regione e di tutto il Donbas, pianificata da Kyiv e “Pravyi Sektor”. Audacemente si attiva il movimento “Ruskiy mir” /”mondo russo”/.

Aprile. Kyiv, preparandosi alle elezioni presidenziali, è impegnata ha distribuire il potere, l’esercito con una quantità insolita dei generali e ufficiali si è rivelato inefficiente, il Ministero degli interni e il Servizio della Sicurezza Ucraino hanno dimostrato la loro completa impotenza ancora a marzo, le autorità locali ormai vengono guidate solo dal tema russo.

Le giornate del 13-14 aprile del 2014 sono diventate per Horlivka quelle, quando con la scusa della innocua parola “lustrazione” venivano effettuate le occupazioni del palazzo della polizia comunale e il palazzo del consiglio comunale di Horlivka. Appaiono i nuovi “eroi” di quel periodo – I.Bezler, A.Shulzhenko, O.Sapunov, I.Kuts, V.Otchenko, A.Kosenko, A.Petrov, K.Grigorian e altri personaggi in quel periodo ancora sconosciuti in città. Loro subito dichiarano le loro origini – sono i rappresentanti dei servizi speciali della Federazione Russa, ex detenuti – e dichiarano i piani per il futuro del Donbas: l’uscita dall’Ucraina, il divieto delle elezioni presidenziali in città, la creazione della DNR e l’annessione alla Russia. Appare un “sindaco del popolo”, ma solo per un breve periodo. Le unità del Ministero degli interni passano dal lato dei ribelli, il Servizio della Sicurezza Ucraino e la procura si dissolvono, il sindaco fa finta di dimettersi e blocca il lavoro del comune, i consiglieri comunali partono in massa in “vacanza” fuori città. La città passa sotto il controllo totale dei declassati elementi locali e gli agenti del FSB, GRU. Il piano continua a realizzarsi, mentre Kyiv tace!

Appare il consigliere comunale Rybak, quale cerca pubblicamente di esprimere il proprio pensiero in merito al nuovo movimento. Lo eliminano praticamente subito, dimostrando a tutti la serietà di quello che sta succedendo (togliere pubblicamente la bandiera della DNR davanti al palazzo del consiglio comunale non può diventare un valido movente per l’omicidio, e il ritrovamento troppo veloce del suo corpo nei pressi di Sloviansk sorprende persino gli investigatori della polizia). L’omicidio di Rybak ha funzionato bene – la popolazione è spaventata e demoralizzata.

Poi tutto si svolge molto velocemente. Un’altra volta si tiene la seduta segreta del consiglio comunale, durante la quale viene presa una serie delle interessanti decisioni di rilievo. Dalla città verso l’Ucraina partono le persone ben informate e preparate, perché ovunque servono le persone giuste. Alla fine del mese nel palazzo del consiglio comunale vengono sistemati i militanti, cosiddetti di Sloviansk, e le loro famiglie. Inizia la preparazione organizzativa e mediatica allo svolgimento del referendum, secondo lo scenario crimeano (russo), dove le figure chiavi (gli organizzatori) sono sempre gli stessi I.Kuts, A.Kosenko e E.Klep.

Maggio. Un inizio moscio del mese si spiega con l’incertezza della popolazione locale suscitata dal vissuto inaspettato, e con l’adattamento ai nuovi piani dello sviluppo politico e socio-economico della città, della regione e della repubblica. Tuttavia, l’alto grado di tensione scalda la situazione a Sloviansk e Donetsk. In città iniziano a sorgere i nuovi movimenti politici oppositori e i gruppi degli ex sostenitori della federalizzazione, e gli ufficiali militari russi e i brigadieri ceceni. Appare un nuovo “sindaco del popolo”, e di nuovo svanisce subito. Della sua vittoria definitiva alla giovane repubblica dichiara il sindaco della città, pubblicamente sostenuto da Abver, e i deputati del consiglio della DNR V.Otchenko e A.Kosenko. Cresce il numero degli arrestati e spediti in cantina del palazzo del comune i dirigenti delle aziende e gli uomini d’affari della città. Tra le DNR di Horlivka e Donetsk iniziano gli scontri nemici, che si trasformano agli scontri armati.

Giugno viene ricordato dai colpi dei cacciabombardieri nei confronti della dirigenza della polizia – il quartier generale dei militanti, dall’arresto misterioso ma completamente spiegabile del sindaco e dalla presa del potere in città da parte di un amico e compagno del sindaco “arrestato” Gubanov D.V., che non nasconde molto il suo collegamento al GRU dello Stato Maggiore della Russia. Gli arresti, i casi della rapina, e l’abbandono della città dei civili pacifici diventano sempre più frequenti. La quantità dei militanti è in incremento, cresce anche il loro livello di preparazione. La città passa alla vita di assedio.

Luglio, senza dubbio, è stato un inizio. I primi bombardamenti della città, le prime vittime tra i civili, il primo panico e l’abbandono della città da parte dei civili.

Agosto è passato accompagnato dai bombardamenti di tutto il perimetro della città. La città si è svuotata e ha cominciato a ricordare le decorazioni per i film horror da quattro soldi americani, tranne i barboni e i militanti ceceni a bordo delle auto rubate con “Allah Akbar”, non c’è nessun altro. I mezzi di trasporto civili praticamente hanno smesso di circolare. Ci sono i problemi seri con le forniture di acqua e corrente elettrica, con le consegne dei prodotti alimentari, sempre più spesso i negozi chiudono.  Il bombardamento del market Furshet nella zona di stazione degli autobus e della zona circostante è diventato significativo, quando i militanti di Bezler per 5 minuti hanno bombardato il market, perché esso era già “di nessuno”.

Settembre. Le azioni di guerra in città e nei dintorni hanno raggiunto l’apice. In città entra una grossa quantità dei mezzi blindati, inclusi i carri armati, l’artiglieria semovente, i “Grad”, gli “Uragan” e tanto altro. È praticamente impossibile calcolare la quantità dei mezzi da combattimento, è stata disparata in tutta la città, incluso il centro. Le scuole sono chiuse, le aziende hanno interrotto il loro lavoro. Horlivka è rimasta praticamente sospesa nell’aria, tanti abitanti la abbandonano. Tutti aspettano impazienti le trattative di Minsk, ma neanche esse portano la pace, ma le conseguenze delle violazioni degli accordi sono spaventose.

Ottobre, novembre e dicembre del 2014 sono trascorsi nella città nel ritmo ormai abituale per gli abitanti. I militari russi, anche se nascondono la loro appartenenza, ma si fanno sentire chiaramente. I bombardamenti potenti della città, le postazioni da fuoco mobili e stabili dei militari russi si collocano direttamente nelle zone abitative, i bombardamenti di risposta nei confronti della città, le distruzioni nuove e serie, le nuove vittime tra i civili. Praticamente tutta Horlivka ha festeggiato l’abbandono della città da parte di Bezler, ma dopo tutti hanno capito, che arriva un nuovo “condottiero” e iniziano da capo le rapine, furti e sciacallaggio. E così è successo. È cominciato il processo di autodistruzione tra i militanti e i bombardamenti della città da parte degli stessi militanti. Questa era la novità di quei mesi, persino per i ribelli locali.

A gennaio del 2015 gli abitanti di Horlivka si sono semplicemente stancati. Vorrei credere, che loro abbiano compreso l’errore che hanno commesso, ma non è successo nulla. Parlando con loro, capisci, che non tutti si sono ancora svegliati, non tutti hanno iniziato a vedere. È possibile capire queste persone. Ma non coloro, che uccideva, rapinava e violentava. Il lavoro dei giornalisti russi li ha lavato il cervello professionalmente e per molto tempo. E finché loro non capiscono, che la nostra felicità dipende solo da noi stessi e non da Putin, la vita normale in città non si ripristinerà.

I dettagli, i fatti, le date sono documentate nella rete di Internet, nella stampa e nella nostra memoria. Bisogna solo ricordarli e senza aver paura denunciarli alle rispettive istituzioni della nostra Ucraina. Solo in questo modo noi sconfiggeremo la nostra paura, i nostri nemici e il regime putiniano nella nostra Patria – Donbas.

Abitante di Horlivka Artur Kornik per informnapalm.org/it

Traduzione: Dana Kuchmash

In caso di riproduzione anche parziale si prega di citare la fonte con un link attivo

 

 

Tags: AntimaidanDonbasHorlivkaTerrorismo russoUcrainaYanukovich

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